Sergio, è un uomo di 94 anni, affetto da un tumore intestinale. Lei, Gigliola, è la moglie. Essendo la prima volta sono andato insieme a Valeria, l’oncologa. I due vecchietti mi hanno fatto molta tenerezza.

Gigliola non sta zitta un attimo. Si vede che è stanca, spaventata, preoccupata di non essere in grado di affrontare la situazione, che diventa ogni giorno più difficile e faticosa. E poi, se il marito ha 94 anni, non credo che lei ne abbia molti di meno. Valeria le ha spiegato cosa doveva fare, nel caso che al marito dovesse nuovamente verificarsi il caso di una emorragia. Gigliola se l’è fatto ripetere dieci volte; si guardava intorno con gli occhi smarriti; provava a ripetere le istruzioni e sbagliava sempre. Quando Valeria è uscita, mi ha chiesto se potevamo ripetere insieme le istruzioni, che non era certa di aver capito. Io, invece di spiegarle le cose, le ho fatto simulare la situazione. Ad un certo punto si è illuminata: “Ahhh!!! Ora ho capito! Grazie!!”

Parlava tanto, sottolineando sempre le sue carenze e le sue insicurezze, scusandosi sempre: “Mah! Chissà se ce la farò!!… Non sono più lucida… Non capisco le cose… Mi scusi, sa, se le faccio perdere tempo”.

Una persona fragile, in difficoltà, affaticata, che ha bisogno soprattutto di essere rassicurata, ma anche valorizzata per quello che fa tutti i giorni con tanto impegno. Si mette al lato del tavolo e si cuce la bocca, ma interviene continuamente. Strabuzzando gli occhi, facendo dei commenti sottovoce, facendo dei gesti. Il tutto per far capire come sia difficile avere a che fare con questo marito, al quale è sposata da sessanta anni.

“Tanto, poi, lui fa a modo suo… Sapesse quanto si letica… A me non mi dà retta…Lo dica alla mi’ figliola. Lei l’ascolta un po’ di più”. Però si vede, quando ne parla che quest’uomo le piace; si vede l’intensità di un rapporto che è durato tanti anni. Con che orgoglio, quando lui dice che faceva l’autista, lei sottolinea che era l’autista del Commendator Menarini.

Lui è un uomo schietto, burbero. Mentre parlava con la dottoressa, ogni tanto mi dava un’occhiata di traverso, un po’ aggrondato. Ma poi mi ha sorriso e gli si sono illuminati gli occhi, quando raccontava che quando faceva l’autista del Commendatore girava tutta l’Europa su una bellissima Mercedes.